Pietro Gurrado
Il mondo dello scultore Pietro Gurrado è popolato da personaggi che migrano tra nuvole e sassi, tra tradizione e immaginazione, tra miti e archetipi.Le boffici figure modellate nella terracotta o scolpite nella pietra di Lecce, nel tufo di Matera e nel legno, germinano dal cuore di un artista innamorato della vita, del tempo e dello spazio, ma che, come ogni artista, trasfigura quanto osserva e ricorda in opera di fantasia, laddove la fantasia «non è altro che un modo della memoria emancipato dall’ordine del tempo e dello spazio», secondo le parole del poeta inglese Samuel Taylor Coleridge.Nell’atelier dello scultore materano piccoli cavalieri possono contendersi il campo con rapinatori di stelle e streghe; evocativi ircocervi – come il “Dragallo” – guardare sospettosi rotonde Sirene e placidi Re di Spade; distinti uomini con cilindro incontrare inoffensivi e pingui guerrieri longobardi…E poi, le donne, tanti “misteri senza fine belli”, per dirla con un altro poeta, Guido Gozzano. Donne che si pettinano, donne con il pane, con scialli, con fiori, donne con bambini.Le opere di Gurrado sono felici rapsodie e intuizioni che si fanno poesia. Una poesia in cui le parole sono pietra.